Lumina n. 19

10 Feb 2025

Creatività, organizzazione e fiducia

Sei intelligente, sai farlo!

Ma si dai, che ci vuole?! Per una come te è facile!

Ok, posso farcela, ho già visto tutti i tutorial che mi servono!

Idee innovative, ambizioni audaci e una visione chiara del futuro. Già in questi pochi concetti è riassunta l’essenza generale di un funzionamento gifted. Questo ci rende automaticamente promettenti imprenditrici, manager lungimiranti e freelance efficaci? Ovviamente… no. Non automaticamente, quantomeno.

Se non veicoliamo nella giusta direzione le nostre energie, tutti quei piccoli e grandi motori di creatività che ci spingono ad affrontare il lavoro con determinazione,  possono rivelarsi “visioni” difficili da tradurre nella concretezza. Ci sembra sempre di correre, correre, correre, finché non ci troviamo di fronte a un bivio: da un lato lei, la creatività, figlia di una complessità generativa di idee, entusiasmi, progetti, dall’altro l’organizzazione, il timing, lo scheduling e tanti altri “ing”. E cominciamo a sentirci sopraffatti. Organizzare il lavoro in modo che la creatività possa trovare sempre nuova linfa senza ostacolare la vita professionale: questo è uno degli ostacoli che riscontro molto spesso parlando con imprenditori, freelance o dipendenti gifted.

⏳ Gestire il tempo non significa perdere la visione


Ogni idea che ti attraversa è come una scintilla, un lampo che ti promette successi e cambiamenti. Dopo un po’ di tempo, però, ti perdi. La verità è che, troppo spesso, la tua stessa mente può diventare il tuo nemico: divaghi, esci dal percorso, cambi rotta ogni volta che una nuova idea ti entusiasma. Ogni distrazione ti sembra una potenziale opportunità (si lo è, ma non in quel momento vero?), e alla fine finisci in un mare di pensieri che ti allontanano dall’unica cosa che conta: mettere tutto in convergenza, portare a terra il tuo progetto e iniziare a validarlo.

La sfida per chi ha una mente fortemente creativa è rappresentata dalla struttura e dalla gestione del tempo, che sembrano entrare in conflitto proprio con un funzionamento che non tende a questo modello di processamento lineare.

Quello che ho imparato è che per dare forma alle idee, è importante “cristallizzarle”: mettile nero su bianco! Comincia a parlarne! Definisci cosa ti serve realmente e quanto effettivamente è realizzabile. Se hai già molti impegni, dai alla tua idea il tempo di decantare e ritornaci sopra a mente lucida quando sarai più libero. Ne guadagnerà il tuo benessere – evitando di accantonare ciò che devi portare a termine – e ne guadagnerà la tua idea – se ti sembrerà ancora buona un mese dopo, è molto probabile che lo sia davvero.


Ogni volta che decido di focalizzarmi su un obiettivo, so già che devo costruire letteralmente il tempo e lo spazio fisico per hackerare la mia mente, altrimenti è un attimo e mi ritrovo ad aprire l’ennesima ricerca su Google, a cercare quella definizione in quel libro, a mandare messaggi di recap o a iniziare a strutturare quell’idea che proprio stamattina è saltata su mentre facevo colazione.

Per superare questo stallo all’americana tra realtà e possibilità, è importante impostare nell’organizzazione del lavoro delle fasi che potremmo definire di “incubazione”, permettendo alla mente di alleggerirsi e alla creatività di non sovrastare gli obiettivi. So che può sembrarti facile solo a parole, ma smettendo di fremere imparerai a non sovraccaricarti, mantenendo quella ispirazione che permette alle tue qualità di emergere e valorizzarti!


🌪 Multitasking e produttività


Non c’è niente di sbagliato nell’essere travolti dalla creatività: è parte della natura di noi gifted ed è strettamente legato al piacere che ci stimola ciò che facciamo! Quello che è importante, tuttavia, è non pretendere subito di mettere in ordine tutto, di realizzare tutto, di definire tutto. Di essere, insomma, come chi ha un funzionamento neurotipico.

La narrazione che ci circonda ormai da anni ci restituisce che fare più cose contemporaneamente sia sinonimo di produttività. E allora tutti lì a creare vite frenetiche in cui, dopo il lancio del bambino all’asilo, in mezzo al traffico ti porti avanti chiamando l’assistente alle 7.00 del mattino per rivedere gli appuntamenti della giornata, e mentre sali con l’ascensore dell’ufficio definisci con il collega alcune note della call che avrete tra due ore. E già solo leggerla, una vita di poche ore così strutturata, mette fatica vero?

Poi ci sono i gifted, che di secondo nome fanno multitasking! L’energia che una persona plusdotata riesce a mettere in più progetti contemporaneamente e in una giornata lavorativa difficilmente è sostenibile da tutti. Però, spesso, cadiamo nella trappola della mancanza di organizzazione e di una struttura che sostenga tutto quello che facciamo.

E vivendo in una cultura in cui troppo spesso se non riesci in qualcosa sei sbagliato senza possibilità di appello, ecco che, invece di spostare l’attenzione su: come posso coordinare una strategia efficace?, si inizia a pensare di non essere in grado, di non potercela fare, e accidenti a ‘sta plusdotazione che col cavolo che è un dono!


🤝 Non esiste un buon leader senza un buon team

Altro giro, altra corsa.

“Se lo faccio io, lo faccio meglio!”, ti suona familiare? È la solitudine del lavoratore gifted: preso dalla tua visione, finisci per rimandare la costruzione di un team solido, convinto che nessuno possa davvero capirti. Siamo sempre lì: cosa mi serve per.

La tua visione è unica, è solo tua. Ma questo non significa che non ci sia qualcuno in grado di capirla (si lo so, è faticoso spiegarsi ma alleniamoci anche in questo), e forse persino di completarla, arricchirla, darle nuova vita.

Questo, però, significherebbe delegare. Ogni volta che ci provi, ti sembra che tutto stia per andare storto: l’idea originale si perde per strada, i dettagli non vengono curati come li avevi immaginati, e ogni passo fuori rotta ti manda in crisi. “Non è come lo avevo pensato!” è come un mantra.

Ti dirò una cosa: le grandi idee, tutte le grandi idee, non sono mai quelle che erano state delineate all’inizio: mutando, cambiano, si adattano. Quel perfezionismo, così radicato – lo sai bene – è la tua trappola. Ti imprigiona, soffoca la creatività e ti costringe a fare tutto da solo, alimentando una spirale di fatica e insoddisfazione.

Che dici, è ora di cambiare rotta?

Delegare non è un fallimento, è il primo passo per liberarti e far crescere davvero la tua visione e il tuo lavoro. Focalizzati su ciò che sai fare meglio, lascia che gli altri si occupino di ciò che non ti appassiona e, soprattutto, fidati. Il perfetto è il nemico del buono. Sì, ti sentirai a disagio all’inizio, ma più diventi in grado di delegare, più diventi forte come leader e soddisfatto del tuo lavoro!

COSE CHE HO IMPARATO DETTO QUESTA SETTIMANA

Se ti diverte, fallo. Se ti annoia, prova a capire come farlo divertendoti. Se non ti diverte più, chiudi.

Parole scritte di getto qualche giorno fa in un messaggio. Dedicate all’altro, e quindi pensate per far arrivare il mio supporto e la mia condivisione, nel rileggerle mi ci sono ritrovata completamente.

In questi anni sono successe molte cose. Se guardo indietro, per arrivare a questa affermazione ho costruito molto di più di una realtà professionale. Ho smontato e rimontato credenze, percezioni, riflessioni, convinzioni limitanti soprattutto su di me. Perché per gli aspetti tecnici, quel “imparare a fare” che ci rende efficienti, alla fine è facile, basta dare lo spazio giusto ad una formazione continua.

Ma per divenire efficaci, lo strumento sei solo tu. Sono i tuoi pensieri, il come ti vedi oggi e come ti immagini domani. Sono la tua determinazione e la tua decisione, anche quando vacillano ma alla fine sei sempre lì, presente e saldo.

Sono anche le paure del fatturato quando le cose stentano, sono le domande che ti fai per cercare di migliorare, di capire quella modalità solo tua per arrivare meglio agli altri.

Se non ti diverti, se non provi gusto in quello che fai, se tutta la fatica non è sostenuta da qualcosa di potente per te, che senso ha andare avanti? Per cosa stai facendo questi sforzi?

E ora che ci stai riflettendo, guarda come cambia la tua prospettiva. Interessante, vero?

Se senti che i tuoi obiettivi meritano più struttura, se stai facendo fatica a trovare l’uscita, parliamone!
👉 I percorsi di gifted freelancing e gifted working ti aiutano a individuare, definire e realizzare i tuoi obiettivi con un piano di azione efficace realizzato passo dopo passo fino alla fine. E lo facciamo insieme!

Lumina è la newsletter in cui ti racconto il mondo gifted dal punto di vista di chi gifted lo è e ha fatto della sua neurodivergenza uno strumento per aiutare altri gifted. Troverai storie ed esperienze, mie e delle persone che si affidano a me. Idee, suggerimenti, qualche strategia e molti fallimenti. Sentiti a casa, mettiti comodo e comoda, vuoi un caffè? Buona lettura!

📚Se vuoi leggere le puntate precedenti, le trovi qui.

🗣Se hai voglia di farla conoscere ad altri, sappi che ne sarò sempre onorata!

🔗Se vuoi seguirmi sui social mi trovi qui: LinkedInInstagramFacebook .

🎙Sai che ho co-creato un podcast che parla di plusdotazione? Lo trovi qui.

.conoscerti sarà un piacere