Fallisci in fretta, costruisci con cura
“Non ho fallito. Ho solo trovato 10.000 modi che non funzionano.”
Questa frase di Edison mi torna in mente ogni volta che sbatto contro un ostacolo. Perché diciamocelo, quanto zero ci piace fallire?! Ecco.
Eppure, se lo guardiamo bene, qualsiasi tipo di fallimento può davvero diventare la spinta per qualcosa di nuovo.
Se sei un imprenditore o un freelance gifted, sai di cosa parlo. Siamo persone che amano la libertà, l’autonomia, l’esplorazione. Ma a volte il nostro stesso modo di essere ci gioca contro: ci buttiamo in mille progetti, ci sovraccarichiamo e continuiamo ad aspettarci sempre il massimo da noi stessi. E quando qualcosa va storto? Ci sentiamo persi, messi in discussione, in balìa di quella vocina interiore che ci dice: “Forse non sei abbastanza.”

⚖️ Tra libertà e obblighi: l’equilibrio impossibile?
In questi giorni ho letto la storia di Eoliann. Quattro giovani innovatori italiani, trentenni, hanno fondato una startup che oggi è tra le migliori aziende dove lavorare in Italia. Ma all’inizio? I primi ostacoli sono sorti presto: la burocrazia, le difficoltà di gestione e l’ansia di dover fare tutto da soli. Credevano bastasse un commercialista per partire, ma hanno scoperto che creare un’azienda da zero è un’altra storia.
Eppure, anziché arrendersi, hanno fatto una scelta inaspettata: assumere come prima risorsa uno psicologo del lavoro. Alessandro, responsabile risorse umane, è stato il loro punto di svolta. Perché? Perché il problema non era solo tecnico, ma umano. Quando vuoi far crescere qualcosa, che sia una startup o una carriera da freelance, devi pensare alle persone, ai meccanismi interni, alla struttura su cui costruire il futuro. Devi pensare fuori dagli schemi, perchè se è vero che “come lo hanno già fatto” ti può ispirare, il “come lo farò io” è il solo modo che ti darà davvero soddisfazione.

1️⃣ Tra inizio e primi passi
Ma da dove si inizia a pensare fuori dagli schemi? Dalle domande.
Se sei un imprenditore o un libero professionista, eccoti alcune riflessioni che possono aiutarti a fare chiarezza, che tu stia ancora coccolando la tua idea o che tu abbia già iniziato da un po’ a realizzarla:
- Qual è il vero problema che voglio risolvere e perché è importante per me? Quando ti connetti con il tuo “perchè” più potente fai un approfondimento che ti sposta immediatamente dalle scelte fatte per impulso o per un entusiasmo momentaneo e ti mette in linea con un approccio più concreto.
- Quali sono le mie resistenze nel delegare o nel costruire una struttura solida attorno alla mia idea? Come sei messo con il controllo? E con il perfezionismo e la paura di perdere l’autonomia? Prima esplori queste parti di te, prima sarai in grado di riconoscerle e di trasformare in positivo ciò che potenzialmente può bloccarti.
- Come posso bilanciare la mia visione a lungo termine con azioni concrete e sostenibili nel breve periodo? Permettiti di trovare un equilibrio tra l’approccio visionario e l’implementazione pratica, evitando il rischio di paralisi da analisi o, peggio, di disperdere prima o poi le tue energie.
- Che tipo di supporto o alleanza strategica potrebbe amplificare il mio impatto e accelerare la crescita della mia impresa? Spingiti a pensare oltre l’individualismo, riconoscendo il valore delle collaborazioni, delle mentorship e delle competenze complementari. Sai quella cosa che da soli si va lontano ma insieme…
Ma se poi le cose non vanno come avevi pianificato?

👣 Accettare il fallimento: da dove si inizia?
A marzo del 2020 stava per partire un mio progetto molto importante. Ci stavo lavorando su da mesi, era tutto pronto per dare il via a quello che pensavo sarebbe stato il mio grande lancio! Poi tutto è saltato, come ben ricordi. Non avevo un piano B, non avevo una strategia sul lungo periodo (tutto stava andando molto veloce, in quel momento), non mi ero confrontata con nessuno né avevo fatto sufficiente ricerca fuori dagli schemi. E la verità è che il problema non era solo il contesto esterno, ma il fatto che non avevo costruito una base solida per affrontare gli imprevisti.
Cercare una soluzione in un momento così difficile per tutti è stato oggettivamente molto arduo.
Più di una volta mi sono chiesta se non era il caso di lasciar perdere e, una volta ripresa la vita, pensare a qualcosa che potesse permettermi di avere una stabilità economica e molte meno preoccupazioni.
Ma, sebbene non mi fossi occupata in tempo di strutturare con cura il mio futuro professionale, avevo però sin da subito consolidato quel famoso perchè: io sapevo che volevo restituire alle persone neurodivergenti la possibilità di credere di potercela fare, di imparare a vedere di cosa davvero fossero capaci, e come, ognuno con il suo specifico approccio e le sue mille sfumature, potersi creare un futuro a propria misura.
Sono passati cinque anni, e se non avessi fallito così duramente, oltre alle tante cose imparate sul campo, so per certo che il mio stesso lavoro sarebbe molto differente e meno efficace.
Dunque mi piace fallire? Figurati! Però ho imparato a tirarci fuori sempre qualcosa di buono, e ogni volta agendo sempre più velocemente per tirarmi via dal pantano della frustrazione e della lamentela.
E la vera rivoluzione (umana) sta proprio in questo imparare a rendersi felici prima possibile.

COSE BELLE CHE HO IMPARATO QUESTA SETTIMANA
Sono sempre stata un po’ vittima delle mie emozioni, soprattutto quando capitava di discutere con qualcuno. Nel tempo, mi sono dipinta come una persona che, nel momento della collera, non avrebbe mai fatto sconti a nessuno e, anzi, avrebbe sempre agito più verso una chiusura netta che verso un dialogo acceso ma comunque aperto.
Invece, inaspettatamente, in una recente discussione con una persona a me vicina, ho scoperto (con non poca sorpresa!) che ho imparato a navigare le mie emozioni, governandole molto meglio, soprattutto se mi viene detto qualcosa che mi tocca profondamente. Per qualcuno questo può sembrare un discorso ovvio, persino banale, ma da gifted mi rendo conto che invece è una conquista importante.
Perché non è solo questione di trattenersi o di evitare lo scontro. È la capacità di restare presente, di non lasciare che l’emozione guidi la mia risposta, ma piuttosto di usarla per capire, per scegliere, per trasformare il conflitto in una possibilità. E forse, tra tutte le cose che ho imparato, questa è una delle più preziose.
Se hai un’idea per una startup ma non sai come lanciarti, se vorresti tanto fare della libera professione la tua vita ma non sai scegliere tra idee e strategie, se vuoi dare al mondo quello che ti appassiona e renderlo un lavoro, ma fai m’ama non m’ama con i “se, però, chissà”…parliamone!
👉 E se vuoi, sbircia i percorsi di gifted freelancing e gifted working perchè li ho creati per aiutarti ad individuare, definire e realizzare i tuoi obiettivi con un piano di azione efficace realizzato passo dopo passo fino alla fine. E il bello è che lo facciamo insieme!

Lumina è la newsletter in cui ti racconto il mondo gifted dal punto di vista di chi gifted lo è e ha fatto della sua neurodivergenza uno strumento per aiutare altri gifted. Troverai storie ed esperienze, mie e delle persone che si affidano a me. Idee, suggerimenti, qualche strategia e molti fallimenti. Sentiti a casa, mettiti comodo e comoda, vuoi un caffè? Buona lettura!
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