Di unicorni, divertimento e socialità gifted.
Qualche giorno fa una persona su un social mi ha inviato questa riflessione: a me piace moltissimo divertirmi, solo che lo faccio a modo mio. Questo, però, significa che le persone accanto a me, gli amici o i colleghi, non capiscano se una cosa mi piace o meno, perchè non sono tipo da sganasciarmi dalle risate. In realtà, ho capito che per me divertimento è anche essere preso del tutto da un tema, una ricerca, un libro o quando esco con la mia macchina fotografica per fare qualche scatto perchè in questi momenti sto davvero bene. Sono un unicorno secondo te?
Mi piace l’associazione con l’idea di unicorni, è un po’ l’evoluzione del termine “zebra” usato dalla Dr.ssa Siaud Facchin per parlare della popolazione gifted.
Siamo degli unicorni in molti modi, anche quando ci divertiamo e non sembra. Perchè magari tu associ il divertimento ad un pomeriggio sul divano immerso nei libri, oppure guardando per la milionesima volta il tuo film preferito (e piangerci di nuovo), invece che andare a quel pranzo o a fare una gita nei boschi.
Ti dicono che dovresti rilassarti di più, fare più vita sociale perchè è “strano” passare il fine settimana a programmare il lavoro.
Tuttavia, mentre lo fai, avverti quel senso di appagamento, soddisfazione e creatività attiva che rappresentano per te il vero divertimento. Eppure, ti etichettano come asociale.
Le tue persone sono il tuo vero divertimento.
I miei amici sono davvero pochi. Parlo delle mie persone. In tutto nove. Alcuni e alcune di loro hanno confermato la propria plusdotazione dopo la mia, perchè mentre ne parlavo le rispettive lampadine si sono accese e da lì è storia. Altre non lo sanno con certezza, ma nel tempo ho compreso che tutti noi abbiamo una incredibile capacità a trovare altri unicorni.
Non solo li riconosciamo, ma li attraiamo proprio. Ed è naturale, se ci pensi: nella media dei casi, sei stato un ragazzino silenzioso, in disparte perchè dei giochi dei tuoi compagni non ce n’era uno che ti interessasse, per non parlare poi di quanto ti annoiassero!
E quando proponevi i tuoi, ti guardavano come un alieno perchè “le forbici tagliano la carta, la carta avvolge il sasso, il sasso uccide Lyzard, Lyzard avvelena Spock, Spock rompe le forbici, le forbici decapitano Lyzard, Lyzard mangia la carta, la carta invalida Spock, Spock vaporizza il sasso e, come è sempre stato, il sasso rompe le forbici” è una figata ma non per tutti!
Poi cresci, e quando succede che incontri quella persona che ti capisce al volo, che ride delle stesse battute strane, che ha interessi specifici, profondi, anche se non uguali ai tuoi, è come se qualcuno ti avesse aperto la scatola cranica e ci fosse entrata una meravigliosa folata di aria fresca: finalmente!
Quindi, forse è arrivato il momento per dirti che no, tu non sei asociale e i gifted non sono né esclusivi o pretenziosi: semplicemente, ci annoiano le chiacchiere superficiali oppure non sappiamo mantenere una conversazione quando non c’è una connessione profonda. Ecco perchè abbiamo piacere a passare del tempo con chi viaggia sulle nostre stesse frequenze, dove sta il nostro vero divertimento.
Ed ecco perchè mi sento molto, molto fortunata per le mie nove persone!
Non sei pigro, sei solo gifted.
Quando da ragazzina dovevo andare ad allenarmi a pallavolo, lo detestavo. Adoravo il gioco, sia chiaro! Mi piaceva dover compredere dove la palla sarebbe caduta e quando potevo prenderla. Mi piaceva moltissimo il movimento fisico dell’allenamento e delle partite e, ovviamente, giocavo per vincere.
Quello che detestavo era l’interazione con la squadra da una parte e il pubblico durante i tornei dall’altra. Ovvero, la percezione di giudizio che avevo rispetto agli altri.
Così, sono diventata la croce di mia madre che per portarmi agli allenamenti credo abbia fatto di tutto e di più. E in famiglia ero la pigra.
Se guardo alle cose che sono in grado oggi di fare e gestire, traendo beneficio e appagamento da ognuna, so per certo che all’epoca non ero pigra: semplicemente mi sentivo inadeguata rispetto agli altri.
Se anche tu hai questa percezione ancora oggi, prova a riflettere se è davvero pigrizia quella che non ti fa venire voglia di fare qualcosa o se, invece, ti sta mostrando dove andare a guardare davvero. E poi, non ignorare il messaggio!
Comportamenti mal interpretati fanno gifted malmostosi
Troppo spesso, ancora oggi, l’ignoranza sulla plusdotazione e l’alto potenziale cognitivo, ma anche sull’alta sensibilità e sulla profondità delle emozioni gifted, genera credenze limitanti: chi non sa, decodifica comportamenti atipici con lo stesso linguaggio che usa per tutto.
E ci porta a credere di essere quelli dalla parte sbagliata del mondo.
Ma non c’è una parte giusta o una sbagliata: molti gifted si sentono come se davvero avessero dei superpoteri e ne sono felici, mentre altri vivono quasi un senso di disabilità quando non riescono ad allinearsi alle richieste altrui.
Il mondo per cambiare ha bisogno di tempo, e di azioni reiterate giono dopo giorno.
Quindi, nell’attesa, iniziamo noi a vederci per ciò che sentiamo di essere. A costruirci un futuro in cui non c’è un solo interesse ma molteplici e sono quelli in cui facciamo le cose senza fatica. A sdoganare il senso di disagio prendendoci in giro quando serve e sul serio quando abbiamo voglia di migliorarci.
Iniziamo noi a cambiare, una cosa per volta o vite intere: male che va, ci guadagneremo in divertimento. Quello che piace a noi, però!
COSE BELLE CHE HO IMPARATO QUESTA SETTIMANA
Ho iniziato a scrivere questa puntata alle 19:00 di domenica. In passato non ci sarei mai riuscita: troppo tardi, troppo stanca, avrei rinunciato. Non sarà un testo da Pulitzer, ma fa qualcosa di più: mi consente di scoprire qualcosa di nuovo su me stessa.
Essere riuscita a scriverla con leggerezza e in grande concentrazione mi insegna che oggi mi sento quasi completamente la persona che ho sempre desiderato essere. Sono libera da molti dei pregiudizi più negativi su di me, di quelli che ti bloccano, ti fanno rinunciare o posticipare per ansia da controllo. E sì, mi sto avvicinando sempre di più a quel messaggio trovato anni fa su un biglietto da visita di questa straordinaria donna, che sul retro riportava un fumetto e la frase: BECOME THE PERSON YOU ARE DESTINED TO BE.
Lumina è la newsletter in cui ti racconto il mondo gifted dal punto di vista di chi gifted lo è e ha fatto della sua neurodivergenza uno strumento per aiutare altri gifted. Troverai storie ed esperienze, mie e delle persone che si affidano a me. Idee, suggerimenti, qualche strategia e molti fallimenti. Sentiti a casa, mettiti comodo e comoda, vuoi un caffè? Buona lettura!
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